Siena on stage: emozioni e sapori tra città e collina
Impossibile pensare a Siena senza il suo Palio. La sfida equestre più famosa al mondo, che richiama in città migliaia di turisti, ansiosi di calarsi per una manciata di giornate in un clima di festa unico. Tutto trasuda tradizione e adrenalina, mentre nell’aria la tensione si taglia con il coltello. Eppure questi “forastieri”, per dirlo “alla toscana”, con le brochure sventolanti e le lattine ghiacciate, un po’ eccitati e un po’ straniti, al popolo locale sembrano invisibili. “Il Palio di Siena è dei Senesi”, si dice in città. Ed è proprio così; per i Senesi esistono solo il “cencio”, i colori, gli inni e il destino della propria contrada. Riti scaramantici, notti in bianco e digiuni per ingraziarsi la Vergine, la pista, i sorteggi. Perché nel Palio molto dipende dalla fortuna; al punto di accontentarsi della sconfitta del rivale, già di per sé una grande vittoria. Due sono le date da segnare in agenda, perché fin dal Seicento la gara è doppia: il Palio del 2 Luglio, dedicato alla Madonna di Provenzano, e quello del 16 Agosto, detto “dell’Assunta”. In entrambi, in Piazza del Campo, si sfidano 10 delle 17 Contrade, scelte a sorteggio, così come i cavalli. Dopo sei corse di prova, inizia la gara: tre giri nella piazza, pochi minuti lunghi un’eternità. Uomo e animale diventano una cosa sola, e con loro tutta la contrada. Come se le urla, il sudore, gli spintoni, e a volte le risse, possano accelerare il galoppo del cavallo, montato “a pelo”, senza sella. Al vincitore vanno le lacrime euforiche dei suoi contradaioli e il “cencio” o Drappellone, un drappo di seta dipinto a mano con le immagini ispirate alla cultura senese. Molti artisti noti si sono cimentati nella sua realizzazione, altri hanno gentilmente declinato l’invito, per paura di spiacevoli reazioni della piazza. Perché il cencio è come lei: istintiva, genuina. Il suo ingresso nel Campo è spontaneo, senza preamboli o formule di rito; è così che viene “dato in pasto” alla folla, pronta ad amarlo o a fischiarlo. Ma in entrambi i casi ossessionata dal conquistarlo. Oltre alla corsa, a dir poco blindata, merita assistere al suggestivo corteo storico che la precede, un suggestivo racconto itinerante delle tradizioni e dell’anima della città.
Siena però non è solo Palio. Tra le manifestazioni trovano spazio anche lo sport, l’arte e soprattutto l’enogastronomia. Dalle vie e dai palazzi del centro ai piccoli borghi sparsi sulle colline, quello senese è un calendario annuale molto ricco. A Giugno si tiene, “Terra Mater – Earth and Heaven”, una spettacolare mostra a cielo aperto con protagoniste le sculture in bronzo di Andrea Roggi, ispirate al ricongiungimento tra essere umano e natura. Ad Agosto arriva “Calici di stelle”, l’evento dedicato ai vini del territorio, con degustazioni, concerti e momenti di osservazione astronomica; a Settembre tutti i buongustai sono attesi a Montagnola Senese per la tradizionale “Sagra del Fungo”.
Ma quest’anno c’è un ospite molto speciale che si aggira per le terre toscane: è Dante Alighieri, nell’anniversario dei 700 anni dalla sua scomparsa. Molti gli appuntamenti legati al “sommo poeta”; da segnalare “Vigneti Aperti. Dante in Vigna”, un grande evento diffuso che coinvolge molte delle cantine presenti sul territorio regionale. La kermesse, iniziata a Maggio, continua fino a Novembre con visite in vigneto e in cantina, wine tasting e aperitivi tra i filari, laboratori sensoriali, pic-nic, cene con il Vignaiolo, musica e tante altre curiosità. Un ultimo appunto per il vostro viaggio: a Dicembre, a San Quirico d’Orcia, si svolgerà la famosa Festa dell’Olio; l’occasione ideale per godersi il paesaggio “da presepe” della Toscana, alla scoperta dei segreti del suo “oro verde”.