Il “Soldado” senza spada: l’intoccabile giocattolo dei Veneziani
In Italia, si sa, ogni luogo ha il suo patrono, dalle grandi metropoli alle frazioni sconosciute. Qualche città ha avuto un duca, un marchese, un Vescovo; altre un condottiero, addirittura un re. Nel mito o nella storia, ogni paese che si rispetti ha il suo asso nella manica, da giocarsi coi nemici o con il fato.
Ma Venezia ha al suo fianco un alleato straordinario che nessuno, a eccezione del tempo, ha osato sfidare. Un concentrato di fierezza, potere, simpatia… e di piume. O meglio, di mattoncini. E’ il soldato “QUO”, una scultura in Lego raffigurante il famoso nipote di Paperino. Con il suo metro scarso di altezza troneggia dagli anni Settanta sul Ponte di San Giovanni Crisostomo, a due passi dal più celebre Ponte di Rialto.
Sistemato in una teca, come una reliquia, ispira nei Veneziani una stima condivisa e un profondo senso di affetto, velato da una leggera nostalgia.
Ma che cosa ci fa lì?
Il paperotto ricorda la presenza di uno storico giocattolaio, il Molin, il più antico della città; aperta nel 1865, purtroppo l’attività ha chiuso i battenti nel 2007. Ed è così che sono spariti i giocattoli, rimpiazzati da “più moderne” calzature.
Poi è arrivato un negozietto di souvenir, tuttora all’attivo, per il piacere dei turisti e la delusione dei cittadini, così innamorati del loro “Molin” tanto da aver ribattezzato il ponte come “Ponte dei Zogatoli”. Un angolo di magia e di sogni, in grado di stregare qualsiasi “putelo”; tutti, prima o poi, hanno ceduto alla tentazione di entrarci, per perdersi tra le macchinine, le bambole, i pelouche, i trenini..
E per le nuove generazioni?
Le Barbie da collezione e il Nintendo NES, con “Super Mario Bros” e “Urban Fight”, capaci di far impazzire l’intera generazione degli anni Ottanta e Novanta.
Mentre ai grandi, di qualsiasi epoca, bastava specchiarsi nelle sue vetrine, anche solo per un attimo, per riscoprirsi bambini e rispolverare ricordi felici. A proteggere l’infanzia dei veneziani, di oggi e di ieri, è rimasto il Soldato Quo; che non ha mai lasciato la sua postazione; che nessuno ha mai osato toccare o spostare.
Ed è così che la fantasia e il cuore dei veneziani hanno trasformato un semplice pupazzo della Disney nel simbolo della lotta all’impoverimento culturale e artigianale della città, a volte soffocata da un turismo di massa e invasa da una certa “paccottiglia low cost”.
Ma nel 2014 i ruoli si sono invertiti, con una call action a favore del “Soldato”, per la prima volta nei panni di chi andava difeso. L’iniziativa, partita da un anonimo veneziano, ha portato alla creazione della pagina Facebook “Quo Libero”, riscuotendo grande successo, sia tra le associazioni locali sia tra i privati cittadini. Volantini cartacei e appelli mediatici hanno animato le calli e i Social Media, tutti con un unico obiettivo: ridare lustro a Quo e, soprattutto, ottenere la doppia denominazione del ponte, a ricordo dell’amato giocattolaio.
Il Comune alla fine ha accolto la proposta e la battaglia è stata vinta. Dal 2018 sul piccolo Ponte di San Crisostomo troneggia un nuovo “nizioleto”, cioè una nuova targa: “Ponte dei Zogatoli”. Ovviamente sotto lo sguardo, sempre vigile, del valoroso “Soldato Quo”.